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La scrittura è architettura

I grandi eventi hanno conseguenze incalcolabili.

Victor Hugo, Notre Dame de Paris

Volevo una settimana dedicata a una delle poesie di Victor Hugo che preferisco… mi fa male una tragedia del genere.

È un peccato che non leggiamo più poesie. La poesia è il tempo che passa, un respiro, un soffio di vita immortale, uno stato d’animo, una consolazione. E chi meglio di Victor Hugo per illustrare il potere curativo delle parole? Lui, che scrisse Domani all’alba per alleviare il suo dolore e consolarsi dalla tragica morte di sua figlia Leopoldine.

Ieri sera, pietrificata dalle immagini del terribile incendio di Notre Dame di Parigi, ripensavo a tutto ciò che questo maestosa Signora significava per me. E anche lì, era Victor Hugo che mi sussurrava parole di lutto. 

 

Domani all’alba

Domani all’alba, nell’ora in cui biancheggia la campagna,

partirò. Vedi, so che mi aspetti.
Vagherò attraverso la foresta, vagherò per la montagna.
non posso restare lontano da te più a lungo.

Camminerò con gli occhi fissi sui miei pensieri,
senza vedere niente al di fuori, senza sentire alcun rumore,
solo, sconosciuto, la schiena curva, le mani incrociate,
triste, e il giorno per me sarà come la notte.

Non guarderò né l’oro della sera che tramonta,
né le vele che in lontananza discendono verso Harfleur
e quando arriverò, metterò sulla tua tomba

un mazzo di agrifogli verdi e di erica in fiore.

Victor Hugo, Le Contemplazioni (1856)

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