A volte è un’arte saper cogliere un’opportunità. Una ragnatela può essere utilizzata come pista di atterraggio per alcune gocce di pioggia e trasformarsi in un’opera d’arte.

A volte è un’arte saper cogliere un’opportunità. Una ragnatela può essere utilizzata come pista di atterraggio per alcune gocce di pioggia e trasformarsi in un’opera d’arte.

A volte la vita ci sorprende, il sole torna, l’orizzonte si allarga, arrivano i fiori per abbellire la stagione. Il fiore del girasole mi ha sempre affascinato, sembra magica la sua capacità di piegarsi e di seguire il cammino del sole. Non è così che bisognerebbe vivere la propria vita da umano? Lasciarsi guidare dal sole per catturare ogni raggio fino al tramonto?

Qualcuno mi ha detto che il mio blog in questi giorni aveva il sapore della nostalgia. È vero, parlo spesso di partenza, ma è perché è la mia realtà. La vita mi sta portando verso altri orizzonti. Dove? Vicino al tetto del mondo. Non per scalare l’Everest, non preoccupatevi, ma per insegnare il francese e forse (se trovo persone interessate) per organizzare atelier di scrittura per l’Alliance Française di Katmandu. Per questo motivo sarò un po’ più silenzioso nelle prossime settimane su questo blog e vedremo se continuo quando sarò lì. Lascerò il Ticino fra un mese e la Svizzera in meno di due.
Due giorni fa, ho avuto il piacere di ascoltare per l’ultima volta il tamburo delle parole scritte dai partecipanti all’atelier OSARE LA SCRITTURA. La voce delle signore assomigliava a questo magnifico piatto di frutta preparato da Cristina. Quest’opera d’arte sembrava un’offerta a Seshat, la dea della scrittura.
GRAZIE a chi ha creduto nel mio progetto!

Non sono un dittatore, eppure potrei essere accusato di questo perché mi obbedisce. Ecco, sono pronto, le mie riserve sono piene, andiamo, saltiamo sulla pista bianca e scendiamo lasciando una bella scia. Perché sceglie sempre me? Il mio colore? La mia forma? Forse la mia rotondità. No! Lei sa che so tutto di lei, lei sa che oso tutto. Appena mi tocca il suo spirito mi appartiene. Che cos’ha che non va? E’ nervosa ora. Funziona! Adoro spaventarlo. Rimane bloccata, mi ordina di correre, ma io faccio quello che voglio, sono io al comando. Non sono come il bastone del pellegrino, non è su di me che ci si può appoggiare, dico solo quando ne ho voglia. Il mio nome appartiene alla nobiltà… Io semino la gioia quando voglio, specialmente quando lei non ci crede più.

Partire è un po’ morire
rispetto a ciò che si ama
poiché lasciamo un po’ di noi stessi
in ogni luogo ad ogni istante.E’ un dolore sottile e definitivo
come l’ultimo verso di un poema…
Partire è un po’ morire
rispetto a ciò che si ama.Si parte come per gioco
prima del viaggio estremo
e in ogni addio seminiamo
un po’ della nostra anima.Edmond Haracourt (1891)
Questa poesia spiega bene cosa significa partire. Lasciamo un po’ di noi stessi… per fortuna, non siamo come un motore che quando perde i pezzi si ferma, perché ho già seminato tanti pezzi di me sul pianeta, abbiamo la capacità di ricostruire e ricominciare ancora e ancora.

Insegnare non è riempire un vaso ma accendere un fuoco.
Montaigne
Questa frase riassume molto meglio di qualsiasi libro cosa dovrebbe fare un insegnante. Mescolando delle persone che amano le parole e/o le storie, ho visto che si può intensificare il piacere della scrittura facendo scrivere e leggere tutti, per aiutare ciascuno a scoprire la propria voce.
Il rumore dei ciottoli sotto i piedi,
Il gusto del sidro e delle ostriche sul palato,
Il tocco delle rocce affilate sotto le mani,
Le immagini negli occhi delle scogliere e del giardino colorato,
L’odore vivificante del mare nei polmoni.

Scogliera
Muro Atlantico
Ricordo della rottura
Apertura verso l’orizzonte
Normandia

Siamo nell’era della didattica, tutti vogliono spiegare tutto. Capisco la mia sofferenza, perché odio la didattica, la quale sembra farci credere che sarebbe meglio imparare a respirare prima di respirare. È come se dovremo sbarazzarci di tutto ciò che è istintivo. Non c’è niente come l’isolamento per ascoltare la propria voce interiore. L’isolamento è un lusso, soprattutto in tempi d’iperconnessione e di alta velocità che richiede una reattività istantanea. Saper resistere e isolarsi dai propri contatti per un po’ di tempo permette di andare avanti…

Vi è già capitato di vedere tutto buio attorno a voi? Stranamente, per ritrovare la luce, devo uscire dalla mia zona di confort. Devo partire e trovare un luogo neutro che non conosce i miei pensieri negativi.
